MODENA. Si è concluso la scorsa settimana il progetto “Accoglienza invernale”, piano attivo a seguito del protocollo siglato tra l'Assessorato alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena, l'Ausl con il Nuovo Ospedale, il Policlinico, il Centro d'Ascolto dell'Arcidiocesi, e le associazioni Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile di Modena, Porta Aperta, Fratres Mutinae, Croce Blu, Croce Rossa, Agesci, Vivere Sicuri e City Angels.
Di cosa stiamo parlando? Un progetto rivolto a tutti i cittadini senzatetto, italiani e stranieri. Una rete di comunicazione tra il Comune e le otto associazioni che fanno parte del progetto per monitorare, conoscere e gestire questo volto di Modena attraverso i vari servizi sociali di competenza. In che modo?
IL CENSIMENTO. «Preliminarmente all'assistenza diretta o all'accoglienza dei senzatetto in strutture messe a disposizione dal Comune o dalle associazioni, si svolge un vero e proprio censimento: - spiega Giuliana Urbelli, Assessore alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza, che venerdì scorso ha partecipato all'ultima uscita serale del Gruppo Comunale Protezione Civile - durante tutta la settimana, nel periodo più freddo dell'anno, le associazioni organizzano un'uscita serale a testa nei luoghi più frequentati dai senzatetto, prevalentemente la stazione ferroviaria, San Cataldo, il centro storico e il Parco Novi Sad».
L'obiettivo è conoscere i volti, le storie, le situazioni. Capire, insomma, chi sono i senzatetto, dove sono, di cosa hanno bisogno, se è necessario un ulteriore intervento, se sono sempre gli stessi, chi sono i nuovi.
«Ogni sera, l'associazione di turno compila un report che viene immediatamente letto dal Comune e da tutte le altre associazioni: l'obiettivo del protocollo è quello di agire in modo omogeneo e di capire, eventualmente, quali servizi sociali attivare», spiega Paolo Pellacani del Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile di Modena. Il protocollo comune è infatti una novità degli ultimi anni: il monitoraggio serale esiste da una decina d'anni, ma ogni associazione agiva singolarmente. Si tratta di un'azione sinergica: le associazioni agiscono e comunicano tra loro e con gli intermediari del Comune, che a loro volta indirizzano i cittadini senza fissa dimora ai servizi sociali, prevalentemente in casi di necessità che richiedono assistenza o accoglienza in determinate strutture.
RAGIONI SANITARIE. «L'accoglienza si attiva per ragioni sanitarie, certificate dai medici dei Pronti Soccorsi, tramite le strutture dell'Associazione Porta Aperta o del Comune, oppure in casi di temperature particolarmente rigide, attraverso parrocchie, polisportive o altre strutture segnalate dal Comune», spiega l'Assessore Urbelli.
Ma si tratta pur sempre di persone con una storia alle spalle, e a precedere tutto questo è un momento di conoscenza e di approccio alle singole situazioni. Venerdì scorso abbiamo avuto modo di partecipare all'ultima uscita serale del Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile insieme all'Assessore Urbelli: ritrovo alle ore 22 al Centro Logistico Comunale di via Morandi e assemblaggio di thè caldo, generi di conforto e coperte per il giro di ricognizione. «È importante specificare - precisa Paolo Pellacani - che il nostro obiettivo primario è la conoscenza della situazione volta a gestire questa realtà: portare generi di conforto non è lo scopo del nostro operato ma il mezzo principale con cui entriamo a contatto con i singoli casi, è un momento di conoscenza e di informazione».
REGOLE PRECISE. Un intervento strutturato, con regole ben precise sulla sicurezza dei volontari e un caposquadra che conosca la situazione e sappia riconoscere il momento giusto per avvicinarsi o andar via, nel pieno rispetto della volontà degli “spiriti liberi” (come ama chiamarli la Protezione Civile) cui il progetto si rivolge. «La novità di quest'anno - continua Pellacani - è un corso di formazione per i volontari tenuto gratuitamente dalla sezione Emilia Romagna della Sipem, la Società Italiana di Psicologia dell'Emergenza: l'obiettivo è quello di preparare e uniformare i comportamenti di uscita di tutte le associazioni ed è strutturato in una parte teorica e in una pratica».
Da dove vengono i generi di conforto? «Si tratta di prodotti integri e assolutamente edibili - risponde Rosella Quattrocchi del Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile - che, per difetti di confezione o perché rimasti invenduti, i supermercati butterebbero via e invece danno a noi».
Un beneficio anche per la riduzione dello spreco, insomma.