Questa sera parliamo di autismo

Data: 24/02/2022

Autore: Daniele Montorsi 

Immaginate dei piccoli marziani che, sbarcati su un pianeta sconosciuto (il nostro), provano a comunicare con un linguaggio che non riusciamo a comprendere”.

Con questa efficace metafora, mercoledì 23 febbraio 2022, le dott.sse Angela Russo, responsabile del Servizio Autismo dell’AUSL di Modena e Laura Richiusa, terapista del Servizio Autismo di Villa Igea, ci hanno introdotto a un tema, l’autismo, sempre più di grande rilevanza sociale venendo ad interessare oggi, un bambino su cento.

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo, causato da fattori ancora in buona parte sconosciuti, malgrado gli indubbi progressi nella ricerca. Chi ne è affetto manifesta gravi problemi nella capacità di comunicare e relazionarsi con le persone, di inserirsi nel contesto sociale, ha alcuni comportamenti ripetitivi (es. mettere una cosa sempre nello stesso punto) ed è privo di interessi e della volontà di cimentarsi in nuove attività.

Chi ne è affetto, Inoltre, soffre spesso di un’alterazione dei cinque sensi che lo porta a percepire, enfatizzandoli, stimoli sensoriali che noi, magari, nemmeno notiamo (un vociare lontano, il fruscìo di un foglio, il lampo di un flash, il tintinnio di una moneta che cade): tutto ciò causa in lui un profondo disorientamento.

Ma allora come possiamo porci nei confronti di un bambino autistico sia nella normalità di tutti i giorni che soprattutto, per noi volontari, in uno scenario operativo emergenziale?

Aiutarlo in modo calmo e pacato, tranquillizzare e rassicurare, cercare di essere accattivanti offrendo “cose” che gradisce (esempio una canzone, un oggetto); proporre degli esempi da imitare (“fai come faccio io”); scandire le cose da fare attraverso un “prima” e un “dopo” (adesso ci laviamo, poi ci vestiamo, poi facciamo merenda); cercare di riportarlo ad una routine riconoscibile e rassicurante tramite un oggetto o una modalità che catturi la sua attenzione.

Soprattutto è importante utilizzare poche parole perché il nostro abituale linguaggio verbale, con lui non funziona: è molto astratto e lo manda in confusione. Dunque concetti molto chiari e concreti, dare noi il “comando” di ciò che deve fare o vogliamo che faccia (“ora mettiti seduto dentro quella tenda blu”). Questo è molto importante perché il bambino autistico o non ha la chiara percezione di un pericolo o ce l’ha molto diversa dalla nostra. Con un esempio propostoci, per noi il terremoto è il pericolo, per lui invece, potrebbe essere il ritrovarsi sotto una tenda, privato delle “sicurezze del suo mondo”.

Concludendo, sappiamo che l’autismo si può manifestare in modi e intensità diverse a seconda del soggetto e soprattutto, che con l’autismo si può convivere perché adulti ai quali è stato diagnosticato in forme lievi, conducono una vita normale con lavoro e affetti stabili e una buona autosufficienza. Tuttavia in situazioni di emergenza, anche queste persone, potrebbero manifestare profondi disagi dovuti al caos della situazione. Un volontario in grado di intuire una tale difficoltà, può davvero fare la differenza.

 

Per chi volesse approfondire consigliamo: il profilo Instagram “Bradipi in Antartide”, il film “Crazy in love” (aka "Mozart and the Whale") e le serie TV "Atypical(Netflix) e "As we see it" (Prime Video).

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