Corsi & dintorni

Quando si usa la parola formazione, si utilizza un termine tanto inflazionato quanto un iPhone; come un iPhone è oggetto del desiderio e si ritiene che sia strumento dotato di poteri semi miracolosi. Proviamo a sfatare qualche mito. La Formazione è un processo continuo di acquisizione di conoscenze finalizzate all’accrescimento, sia sul piano tecnico che sul piano comportamentale e relazionale, e che sottende una costante messa in discussione degli individui coinvolti. Attraverso la formazione si apprende non solo a fare, ma anche ad essere, e ad essere e fare all’interno di un gruppo. Se già di per se è un processo difficile da strutturare, lo è a maggior ragione in un ambito sempre mutevole come quello della Protezione Civile, specie se svolto in un momento in cui la terra balla come un tagadà e le persone si portano dentro un calderone degno dell’apprendista stregone di emozioni e sensazioni mutevoli e contrastanti. Lo sforzo prodotto dal gruppo di formatori di MoProC (tutor e capisquadra) nella formazione dei tanti nuovi volontari iscritti a seguito degli eventi sismici è stato dunque ancor più considerevole, ma necessario.

L’Universo della Protezione Civile, ha regole proprie e rischi specifici. E per chi inizia ad esplorarlo con la curiosità di un bambino che si reca la prima volta ad Eurodisney, è fondamentale essere accolto e guidato nei primi passi, anche perché, proprio come quel bambino, il nuovo volontario potrebbe per foga ed entusiasmo correre il rischio di strafare, a suo e altrui (volontari, popolazione assistita) danno. Per questi motivi e non solo, il gruppo formazione di MoProC ha ritenuto e ritiene fondamentale lavorare costantemente sulla formazione dei propri volontari (a cominciare dai propri tutor e capisquadra); nonostante il lavoro pesante svolto nelle prime fasi dell’emergenza, tutor e capisquadra hanno scelto di investire nella formazione dei nuovi volontari finalizzata ad una infarinatura teorico/pratica. Nei fatti la trasmissione a mezzo formazione di procedure, modalità comportamentali, conoscenze tecniche ha un senso proprio per affrontare al meglio possibile la gestione dell’emergenza.

Naturalmente c’è la piena consapevolezza che il lavoro da svolgere è ancora molto, sia per le tante cose ancora da sviscerare e trasmettere, sia nella effettiva applicazione in area operativa di quanto appreso.

Ma uno dei tanti sensi della formazione e dei buoni formatori è quello di saper trasformare le sfighe in opportunità, apprendendo dagli errori commessi e trovando le migliori modalità per correggerli nell’intento di una crescita costante. Perché nella formazione si nasconde un tesoro. Sperando di non dover lottare con Gollum e di riuscire a farsi beffe delle armate di Mordor. 

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